5 maggio 1945.
I primi mezzi dell'Armata americana entrano nel cortile del Lager di Mauthausen, altri portano soccorso al sottocampo di Gusen.
Lo sbigottimento dei liberatori alla visione di un dramma umano e l'esultanza incontenibile delle decine di migliaia di deportati sopravvissuti, si fondono.
Hanno preceduto ore e giorni convulsi. La fuga delle SS aveva lasciato dietro di sé non solo orrore e morte. Quelle figure spigolose fatte di una sottile e secca pelle che copriva le ossa erano lì, impietriti ed increduli, segnati dalla fame e dalla sete, dalla disperazione, dalla violenza e da quell'odore di morte che permeava l'inferno dentro il quale avevano lasciato la vita migliaia e migliaia di persone.
Da quel momento iniziava un nuovo capitolo, fatto di grande incertezza per l'avvenire e di problemi più pratici ed immediati, relativi all'assistenza a quell'enorme numero di ammalati e di moribondi.
Quei giorni di indescrivibili sensazioni ed emozioni, tra incredulità e l'insuperabile rassegnazione che aveva ormai mangiato l'anima di quei deportati, sono raccontati in questi due documenti allegati, nelle parole di chi ha subito l'inenarrabile e di chi, per primi, hanno visto con i propri occhi la malvagità più feroce dell'uomo sull'uomo.
©Roberto Roby Rossi
allegato 1 - racconto di Giuliano Pajetta
allegato 2 - racconto di Albert J. Kosiek
Pdf libro testo integrale - AUSCHWITZ - quattro milioni e mezzo di assassinati