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I 10 slum più grandi del mondo

dati di settembre 2015 - allegato documento Amref Sicurezza e dignità negate

I 10 slum più grandi del mondo

Nonostante l'avvio di diversi programmi per il miglioramento delle condizioni di vita nelle baraccopoli, gli slum restano una realtà diffusa in molte regioni del mondo. La maggior parte delle baraccopoli si trova in Africa subsahariana ma non è qui l’insediamento più popoloso al mondo. Di seguito riportiamo una lista che abbiamo compilato avvalendoci di dati forniti da diverse fonti anche se è opportuno ricordare che la stima della popolazione in questo tipo di insediamenti risulta inevitabilmente sommaria.

10. Korogocho, Kenya – 180mila persone

Korogocho sorge nella periferia di Nairobi, nella zona di Kasarani, pochi chilometri a est di Kariobangi. 180.000 abitanti, quarta baraccopoli più popolosa del paese dopo Kibera, Mathare e Mukuru Kwa Njenga. Il nome "Korogocho", in kikuyu, significa "confusione". Lo slum, suddiviso in villaggi che solitamente attestano l'appartenenza etnica, è da anni in una situazione di grave crisi ambientale a causa della presenza, nei pressi del centro abitato, della discarica di Dandora. Un progetto di rilocazione della discarica, iniziato a metà degli anni 2000 con l'interessamento delle autorità italiane, è in seguito naufragato per un sospetto di corruzione nella gestione degli appalti.

9. Cité Soleil, Haiti - 241mila persone

Sorta alle porte della capitale haitiana di Port-au-Prince è una delle aree più povere e densamente popolate del paese. All’interno dello slum sono presenti soltanto due scuole e pochi ambulatori medici. Anche i negozi e le attività commerciali sono rare. Dopo il terremoto del 2010, ci vollero circa due settimane per portare i soccorsi umanitari alle famiglie di questo slum.

8. Mukuru Kwa Njenga, Kenya - 280mila persone

Mukuku Kwa Njenga è un agglomerato di baracche in lamiera nella periferia di Nairobi. Con una popolazione stimata intorno alle 280.000 persone, è una delle baraccopoli più vaste del Kenya, dopo Kibera e Mathare. nel 2009 a Mukuku Kwa Njenga si sono registrate numerose centinaia di morti di colera. Disordini si sono verificati nel 2002 per uno sgombero di massa, imposto dall'amministrazione della città, che ha interessato oltre 50.000.

7. Mathare, Kenya - 500mila persone

Mathare è un agglomerato di slum (baraccopoli) in periferia di Nairobi. Con una popolazione stimata intorno alle 500.000 persone, è una delle baraccopoli più vaste del Kenya. Nel 2006 Mathare ha ricevuto l'attenzione dei media internazionali a causa di una serie di violenti scontri fra gang, nel corso dei quali sono state bruciate centinaia di abitazioni e uccise almeno 10 persone. Al fine di ripristinare l'ordine, il governo keniano ha dovuto inviare sul luogo prima la polizia e poi l'esercito. Ulteriori disordini scontri fra le gang e la polizia si sono avuti nel 2007, anche in occasione delle controverse elezioni politiche di dicembre. Molti residenti di Mathare, sfollati durante i disordini, non sono ancora tornati alle loro abitazioni.

6. Dharavi, India – 1 milione di persone

La baraccopoli sorge alle porte di Mumbai, la più popolosa città indiana e cuore finanziario del subcontinente, e ricopre una superficie di circa 1,7 chilometri quadrati. Originariamente un villaggio di pescatori, oggi il governo vorrebbe trasformare questo insediamento in una moderna città satellite dotata dei servizi fondamentali. L’investimento necessario ammonta a più di 2 miliardi di dollari ma al momento resta solo un’ipotesi.

5. Khayelitsha, Sud Africa – 1,2 milioni di persone

Questo insediamento, il cui nome significa “Casa Nuova” in xhosa, fu creato nel 1983 per ospitare i neri che giungevano a Città del Capo. Secondo le leggi raziali, infatti, non potevano andare ad abitare negli stessi quartieri popolati dai bianchi. Ancora oggi circa il 90% della popolazione di questo slum è costituita da neri.

4. Manshiet, Egitto - 1,5 milioni di persone

Questo è uno dei più grandi slum nel mondo arabo ed è diventato meta di coloro che cercano un lavoro nella capitale egiziana ma non possono permettersi gli alti affitti delle abitazioni. All’interno dell’insediamento esiste una sorta di slum nello slum dove risiedono i profughi sudanesi fuggiti dal genocidio in Darfur. Poiché non sono musulmane, queste famiglie sono costrette a vivere in un vero e proprio ghetto dove le condizioni di vita sono drammatiche.

3. Orangi Town, Pakistan - 1,8 milioni di persone

La baraccopoli si trova a nord-ovest del porto pachistano di Karachi. La sua impressionante crescita demografica iniziò nel 1965 e in breve è diventata il più grande slum asiatico secondo l’UNDP. Oltre l’80% dei suoi abitanti non ha un lavoro fisso.

2. Kibera, Kenya - 2,5 milioni di persone

Con i suoi 2 milioni e mezzo di abitanti, lo slum accoglie circa il 60% della popolazione della capitale keniota. Solo il 20% delle abitazioni ha la corrente elettrica e praticamente non esiste acqua potabile. Secondo dati dell’UN-Habitat una latrina è in media condivisa da 50 persone. Non esistono ospedali, né ambulatori pubblici. Le prestazioni mediche di base sono assicurate solo dalle Ong internazionali quali Amref, MSF o dalle associazioni di matrice religiosa, soprattutto cattolica e protestante.

1. Neza-Chalco-Itza, Messico – 4 millioni di persone

Alla periferia nord del Distretto Federale di Città del Messico, sorge questo insediamento che prende il nome dall’antico re Azteca Nezahualcóyotl. Fino all’inizio del 20esimo secolo l’area era occupata dal lago Texcoco, poi un intervento governativo ne prosciugò le acque e la terra fu venduta a privati. Ma solo a partire dagli anni 60 si iniziò a realizzare una rete di fognature e ha portare acqua potabile ed elettricità nell’insediamento. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni dal governo federale per migliorare la qualità dei servizi disponibili, la situazione resta tuttavia alquanto critica.

©Roberto Roby Rossi



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