venerdì 26 aprile 2024
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Diritti (in)Civili

un paese incivile non può avere Diritti Civili

Diritti (in)Civili
Una storia infinita, triste, penosa, specchio di un paese sempre a metà, capace di perdere guerre 2 volte, sia mettendosi con i perdenti, sia spostandosi ai vincenti. Un’Italia ben rappresentata dalla vecchio tribolato nodo dei Diritti Civili, tutti pronti a riconoscerli nelle chiacchiere, altrettanto puntuali nel disconoscerli nei fatti. “E’ giusto che ognuno abbia i suoi diritti e che voglia stare con chi vuole, però…” è un ritornello frequentissimo che equivale al “io non sono di certo razzista, però…”. Un piede in due scarpe, e spesso scarpe di altri…
I Diritti Civili sono una patata bollente da affrontare in un paese che condivide il proprio territorio con il vaticano, con lo Ior, con la casta più potente al mondo di rossoporpora vestita.
Non li ha voluto affrontare la vecchia dirigenza Pd Bersani/D’Alema per non scontrarsi con il putto alleato Casini, concependo una penosa Dico.
Gli ostacoli costituzionali posti in essere in questo last minute al disegno di legge Cirinnà coprono, come dice bene il costituzionalista Stefano Ceccanti “divergenze essenzialmente politiche”.

In parole povere si tratta di alibi, fumo, balle.
In rappresentanza della potente lobby fondamentalista ci sono i ciellini sempre forti (nonostante tutto…) del trombato Lupi ben sostenuto da una parte del PD, perché è bene ricordare che questo partitone esce da una fusione della vecchia Dc e Pci. Una manina inoltre non è da escludere sia quella del neo nostro presidente Mattarella. A fianco, ovviamente, dei talebani Binetti, Buttiglione, Giovanardi e puri veri…

La domanda semplice è: quali Diritti Civii conformi ai tempi e alla storia può concepire un governo così composto come quello italiano? Dove al suo interno siedono ex AN che, seppur rappresentanti di una misera politica, storica ed attuale, devono dare risposte al loro elettorato (che non raggiunge il 4%) che certamente non si distingue per liberalismo e progressismo.
Anche perché, comunque, lo scout Renzi non ha mai espresso quel sentimento di passione attorno ai temi legati appunto ai diritti civili. Il Jobs act lo ha già messo alla dura prova nei confronti dei suoi alleati, non si vorrà quindi che si esponga anche per cose che riguardano, ad esempio, le questioni “fine vita” e biotestamento, fecondazione assistita o liberalizzazione delle droghe leggere (oggi usate anche in medicina), ma anche riprendere le problematiche dell’aborto, discutendone magari le serie difficoltà ed il passo indietro effettuato negli ultimissimi tempi, un diritto più teorico che altro, data la grande quantità di medici obiettori e i tagli alla sanità.
La sintesi è che si sente, più che mai, la mancanza totale di una solida cultura laica, capace di fare valere diritti acquisiti nel tempo, e di porne nuovi al passo con una società che si evolve.
Una solida e sana cultura laica, quella che ha portato al riconoscimento, ad esempio, del divorzio e dell’aborto, contro una chiesa opprimente ed una classe politica ottusa e “vecchia”.
Si sente la mancanza di una forza che viene incontro ai diritti veri, quelli della gente comune, delle famiglie, dei bambini, degli ammalati, di tutti.
Si sente la mancanza di un vecchio Partito Radicale.
I Diritti (in)Civili che si combattono oggi invece, nelle stanze del potere, con forza e tenacia, sono i loro, quelli che definiscono acquisiti, che danno corpo alle pensioni d'oro e agli altri mille provilegi riconosciuti alla "lobby della politica".

p.s.: l'immagine a fianco è un post che circola in rete, una delle tante idiozie dei social.

©robyrossi


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