venerdì 29 marzo 2024
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Classifica top five: i 5 stipendi più alti del 2015

i 5 top manager italiani più pagati nel 2015

Classifica top five: i 5 stipendi più alti del 2015
Sono 50 i top manager italiani che hanno ricevuto nel 2015 una retribuzione lorda superiore al milione di euro secondo un’elaborazione che il Sole 24 Ore ha fatto su banca dati S&P Capital IQ.

1) Sergio Marchionne (Fca)

Il top manager italiano più pagato lo scorso anno, con larghissimo distacco rispetto ai concorrenti, è Sergio Marchionne. Dalla relazione sulla remunerazione di Exor, la holding della famiglia Agnelli, risulta che nel 2015 Marchionne ha incassato un totale di 62,5 milioni di euro dalle società del gruppo. Di cui 11,5 milioni in contanti di stipendio per la carica di ad di Fca (10 milioni) e presidente di Cnh (1,5 milioni) e il resto in azioni tra piani di stock granting passati andati a maturazione e altri premi. A questo compenso bisognerebbe aggiungere poi i 319mila dollari (o 294mila euro) che il manager ha incassato come membro del board di Philip Morris International e presidente della società di consulenza svizzera Sgs (416mila franchi svizzeri o 382mila euro). Dalla banca dati S&P Capital IQ risulta che Marchionne ha partecipazioni azionarie nelle società in cui lavora per un controvalore di circa 300 milioni di euro.

2) Luca Maestri (Apple)

Il secondo top manager italiano più pagato nel 2015 è Luca Maestri che da maggio 2014 ricopre l’incarico di Chief Financial Officer and Senior Vice President della prima società quotata al mondo: la Apple. Formatosi alla Luiss di Roma con un successivo master all’università di Boston il manager ha lavorato a lungo alla General Motors. Dal 2008 è passato alla tecnologia con incarichi di peso in Nokia e Xerox per poi fare il suo ingresso in Apple. La sua remunerazione, già piuttosto ricca nel 2014 (14 milioni di dollari), nel 2015 è cresciuta ulteriormente attestandosi a 25 milioni e 337mila dollari (22,6 milioni di euro). Più del numero uno Tim Cook (10,2 milioni) quello al quale Crozza, nel suo paese delle meraviglie, dedica uno spassoso pezzo dal titolo ecco come tincook. Maestri, così come gli altri quattro senior vice president della Mela (Angela Ahrendts, Eduardo Cue, Sewell Bruce e Daniel Riccio) ha incassato un generoso pacchetto di azioni dal controvalore di 20 milioni di dollari.

3) Giovanni Caforio (Bristol Myers Squibb)

Il terzo top manager italiano più pagato nel 2015 è stato Giovanni Caforio, numero uno del colosso farmaceutico Bristol Myers Squibb. Calcolata in euro la sua retribuzione annua è stata di 14 milioni e 400mila. Caforio è subentrato lo scorso anno a Lamberto Andreotti alla guida della società. Il grosso della sua retribuzione 2015 è costituito dal corposo pacchetto di azioni vincolate (9,6 milioni di euro il controvalore).

4) Miuccia Prada e Patrizio Bertelli (Prada)

Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli sono gli artefici della trasformazione di Prada nel marchio internazionale del lusso oggi noto in tutto il mondo. La coppia, oltre a controllare la società attraverso la holding di famiglia, continua a guidarla a livello operativo. Miuccia Prada nel 2015 ha incassato una retribuzione lorda di 14 milioni e 223mila euro. Bertelli circa un milione in meno. Entrambi ricoprono l’incarico di Chief Executive Officer and Executive Director. Miuccia Prada è anche presidente.

5) Giovanni Battista Ferrario (Italcementi)

Il quarto manager italiano più pagato nel 2015 è stato Giovanni Battista Ferrario. La remunerazione 2015 del direttore generale di Italcementi è stata pari a 11 milioni e 133mila euro. Più dell’ad. Carlo Pesenti che ha incassato 8,9 milioni. Il grosso di questa cifra fa riferimento a un maxi-bonus da 10 milioni e 724mila euro che gli è stato riconosciuto dall’azienda.

Tornando a Marchionne, guadagna più o meno come due mila operai di Pomigliano.
Possiamo concludere che la regola aurea di Adriano Olivetti, certo pensata per un altro tipo di capitalismo, suggeriva di pagare il dirigente meglio retribuito di un’azienda al massimo dieci volte il salario minimo. I tempi sono profondamente cambiati da allora, ma la finanziarizzazione del capitalismo ha prodotto squilibri di reddito davvero molto ampi, possiamo dire senza problemi, squilibri scandalosi, per alcuni esperi in materia di economia, difficilmente sostenibili nel lungo periodo.

Non so se sarà così, non ne sono convinto, anche perché credo che sia un disegno molto alto, questo, che tende ad una divaricazione della forbice sempre più ampia, allo scopo di ottenere un popolo per il suo 90% a condizioni di economia molto ridotta, conseguentemente poco istruita, con diritti anch’essi sempre più ridotti, ad esempio nella sanità, per esercitare il potere con molta più facilità, per decidere con il minimo delle opposizioni.
Insomma, un popolo impoverito e quindi sottomesso.

Mi chiedete dov'è finito l’ottimismo? E' finito là dietro, dietro la palese evidenza dei fatti.
Poi vogliamo essere ottimisti comunque? va bene, facciamo gli ottimisti, perché fa bene alla salute, perché l’ottimismo è il sale della vita.
Buon ottimismo a tutti allora. E adesso, amici struzzi, giù, tutti giù con la testa ben conficcata dentro la sabbia.

©Roberto Roby Rossi
 
 

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